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Rivoluzione Rolfing e addio alle tensioni

LAVORARE sul corpo attraverso il tocco per ritrovare l’equilibrio fisico e modificare il sé profondo. È così che agisce il Rolfing, un metodo olistico che coinvolge non solo chi riceve il trattamento ma anche chi lo effettua (Rolfer) in un percorso volto a ritrovare il benessere, sciogliendo le tensioni del tessuto connettivo, partendo dall’analisi del movimento del paziente e sfruttando i benefici della forza di gravità, quindi evitando eccessivi affaticamenti.

«La forza di gravità può essere un’amica quando il corpo, dalle articolazioni agli organi interni, ai legamenti, è in equilibrio e allineato — spiega Marina Blandini, Rolfer professionista — ma quando questo equilibrio viene meno la gravità diventa una nemica perché costringe il corpo ad assumere posture disarmoniche e sbagliate, che possono peggiorare di giorno in giorno».

Il trattamento, che si sviluppa su un percorso di dieci sedute della durata di circa un’ora ciascuna, è il frutto del lavoro della dottoressa Ida Rolf che fin dagli anni Settanta sviluppò il sistema dell’integrazione strutturale, basato sul concetto che liberando il corpo dalle tensioni si può riallineare la postura in modo corretto rispetto al campo gravitazionale.

La prima seduta si può definire di “orientamento”, e prevede un colloquio col paziente con un’analisi del suo movimento. Ed è da proprio qui che si parte, dalla disarmonia.

«Si lavora sulla persona nella sua interezza, e non su parti del corpo separate. E, usando il tocco per ridare elasticità al tessuto miofasciale, si va ad agire sulla postura, fino a modificarla — continua la Blandini — e modificare la postura vuol dire cambiare la propria posizione nello spazio, il modo di rapportarsi al mondo, agli eventi stressanti, anche alle altre persone. È un percorso che attiva la coscienza di sé attraverso la consapevolezza dei cambiamenti in atto. E le modifiche sono percepibili immediatamente, fin dal primo incontro».

Le sedute sono in genere settimanali […] ma in questo trattamento nulla è standardizzato perché le sedute, compresa la frequenza, vanno modulate a seconda di come è assorbito il cambiamento. Terminate le dieci sedute si possono fare dei “richiami” di un paio di incontri ogni 6-8 mesi nei casi più particolari.

«I benefici del Rolfing durano tutta la vita perché si danno alla persona gli strumenti per vivere meglio — conclude la Blandini — e per sviluppare il desiderio della cura di sé a 360 gradi». L’importante è affidarsi alle mani di esperti, la cui formazione avviene grazie a corsi triennali, per lo più in inglese e molto diffusi all’estero.

«Negli ultimi anni ne sono stati organizzati anche in Italia e quest’anno per la prima volta ne partiranno, in Sicilia, di avanzati per chi è già Rolfer da almeno tre anni», spiega Andrea Brighi, presidente dell’Associazione italiana Rolfing (A. i. r.) che ha sede a Bologna.

I campi di applicazione del Rolfing si stanno ampliando sempre di più e nel 2013 è stato presentato uno studio sull’efficacia di questo metodo nel combattere lo stress. Non solo, nell’ambito sportivo, oltre alla danza in cui viene utilizzato da tempo, sono sempre di più maratoneti, triathleti, tennisti e golfisti che se ne avvalgono regolarmente
per curare e prevenire gli infortuni.

Agnese Ananasso, La Repubblica, 24 gennaio 2015



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